Da Perito Industriale a Medico


Gigino e la sua famiglia con fratello e sorelle,erano villeggianti abituali di Cusio, in alta val Brembana. Era uno dei "ragazzi del muretto", quel muretto sul quale ci radunavamo ogni mattino, prima d'intraprendere le nostre attività giornaliere, e la sera per commentarle e organizzarne altre per il giorno successivo

Quel muretto che tradizionalmente era sul sagrato della parrocchiale, dal quale, mentre si discuteva di calcio e affini suddivisi equamente tra sostenitori e critici del famoso trio svedese del MIlan, Gre-No-Li  (Gunnar Gren, Gunnar Nordahl e Nils Liedholm), si ammirava il tramonto rosato sul lontano monte Menna, e che un anno, l'ultimo che trascorsi in quel paesetto di montagna, traslocò sotto le finestre dell'abitazione di Mariesa, la "bella irraggiungibile".

Era un appassionato di montagna e partecipava a tutte le escursioni: dal Pizzo dei Tre Signori, con sosta notturna in baita, un enorme masso trasformato in riparo dai mandriani, ai laghetti di Ponteranica con traversata al Passo di San Marco, alla "caccia" di stelle alpine al passo di Salmurano. Complice nelle nostre scorribande, alcune volte troppo esuberanti, in paese. Episodi che ho rammentato nel capitolo della Villeggiatura sui "Racconti del nonno.

Gigino frequentava l'ITIS di Bergamo (Istituto Tecnico Industriale, chiamato comunemente "Esperia") dove si diplomò. Successivamente iniziò ad insegnare "Applicazioni tecniche" nelle Scuole Medie della città e fu, proprio per questo suo impiego, che anni dopo, molti anni dopo, lo ritrovai collega di mia moglie alla Corridoni di via Cornagera. Erano i tempi in cui i Presidi avevano la facoltà di assumere insegnanti con  incarichi annuali.

Ne venni a conoscenza in occasione della settimana bianca che la scuola aveva organizzato a Pejo, in val di Sole, e che prevedeva, tra gl'insegnanti accompagnatori, proprio la presenza di Gigino e Gabriella, mia moglie.  Erano trascorsi molti anni dall'ultima volta che ci eravamo visti, ma lui era sempre uguale, sembrava ancora il ragazzone delle vacanze estive di Cusio, simpatico e allegro.

Per inciso ricordo che Gabriella, "il meglio spazzaneve dell'Arera" a detta degli amici che c'incrociavano sulle piste della Conca di Oltre il Colle, tornò da Pejo con la medaglia di frequenza del Corso di sci, organizzato dagli Istruttori locali. Una medaglia che mostrò per molto tempo ai suoi scherzosi detrattori.

Ma per Gigino, il mestiere dell'insegnante precario non era nei suoi programmi. Nel tempo libero e, rimanga tra noi, durante le esercitazioni teoriche dei suoi alunni, studiava per conseguire la laurea in medicina.

E la sua tenacia vinse. Si laureò in medicina.

Lo persi nuovamente di vista, poiché ebbe l'incarico in altra scuola e per altri anni non lo rividi.

Una mattina di fine luglio, mentre passeggiavo per Oltre il Colle, me lo trovai di fronte, ancora uguale salvo la capigliatura quasi bianca. Ormai medico in pensione, aveva acquistato un appartamento nella Conca dove trascorreva le sue meritate vacanze.  Mai incontro fu più gradito, nei ricordi di tanti mesi estivi trascorsi in compagnia seppure in altra valle e con altri amici.

Lo ritrovo ogni estate, il mattino, lungo la via principale del paese, accompagnato da sua moglie, mentre si dirige verso una Santella nel bosco, a lato della provinciale. E ogni anno ricordiamo le avventure in cui siamo stati coinvolti tanti anni orsono.


Siamo due di quei ragazzi seduti sul muretto, che alla sera ammiravano il tramonto rosato della parete nord del Menna e che mai, a quel tempo, avremmo scommesso di ritrovarci dopo sessant'anni proprio al di là di quella montagna tanto ammirata, nella Conca di Oltre il Colle.

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